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GODZILLA ROCK 🦖 la roccia a forma di Godzilla

Franca Zoli aka Tokyotiger a Oga per la roccia di Godzilla anche detta Godzilla Rock only in Japan o How to do in Japan  ad Akita

Per la serie “giri tigri” oggi vi propongo una ghiotta curiositaigher che non potrete non apprezzare se amate le curiosità del Giappone.

Sapevate che in Giappone esite la roccia a forma di Godzilla?

Ebbene sì, si trova a Kohama Funagawaminato (vedi qui la mappa ) a solo mezz’ora di autobus da Oga, nella prefettura di Akita.

Partendo da Akita bisogna prendere un treno locale che arriva alla stazione di Oga Funakawa in un’oretta circa. Da lì parte un autobus ogni ora (ora e mezza) per cui vi consiglio di informarvi prima riguardo orari di partenze e rientri. Io ho preso tutte le dritte al centro informazioni di Akita.

Per chi ha la macchina è possibile parcheggiare nello spazio di sosta apposito che dista davvero pochi minuti a piedi dalla roccia di Godzilla.

Il terreno è roccioso, irregolare e accidentato per cui portatevi delle scarpe comode.

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Questo viaggio risale ormai a 2 estati fa spero quindi che nel frattempo la “Godzilla Rock” non abbia subìto danni ingenti per via della naturale erosione ad opera di acqua, sabbia e vento.

Non voglio deludere le vostre aspettative ma non si tratta di una roccia gigantesca.
Godzilla è più piccolo di quel che immaginassi.

Consiglio di recarvi in loco verso il tramonto quando la sagoma di Godzilla vi permetterà di avere una vista davvero formidabile. Nel momento in cui il sole tramonterà il cielo si infiammerà permettendovi di assistere allo spettacolo di Godzilla che sputa fuoco dalle fauci. Qui sotto un autoscatto che ho virato intenzionalmente sul rosso per garantire l’effetto “bruciata viva”.

Non è finita qui. Sapevate che a metà aprile e a metà ottobre è possibile osservare un fenomeno molto particolare? Ora vi dico quale:

durante il tramonto il sole va a collocarsi esattamente tra le fauci spalancate di Godzilla
permettendovi di scattare foto davvero memorabili.

Tuttavia -essendoci state verso fine agosto- non abbiamo avuto la fortuna di poter ammirare questo fenomeno. Un domani chissà.

Ci siamo divertite molto ma immagino non sia una tappa fondamentale per chi visita il Giappone per la prima volta. Per chi invece torna più spesso in Giappone perchè -come me- colpito dal “mal di Giappone” la visita è assolutamente consigliata specialmente se si passa per Akita o se si cerca un itinerario insolito nella parte nord del Tōhoku.

Noa ha giocato con sabbia e granchi mentre io la fotografavo. Profumo di mare e tanto divertimento. Ricordate comunque che lì intorno non c’è nulla.

Una volta tornate ad Oga foto di rito con i vari Oni (demoni) collocati in giro per la stazione. Qui durante il periodo di capodanno vige una tradizione, il Namahage (ナマハゲ) rito che comporta la visita nelle case da parte di alcuni membri giovani del villaggio, travestiti con maschere demoniache e mantelli di paglia, i quali elargiscono benedizioni e spaventano i bambini.

Nel momento in cui i Namahage (il termine designa sia il costume sia i visitatori) entrano nella dimora di qualcuno, vengono ricevuti dal capofamiglia con sakè e pesce. Dopo aver consumato le offerte, i Namahage dispensano benedizioni e profetizzano sul raccolto a venire.

Tokyotiger

Il termine “Namahage” deriva dal verbo hagu “levare, togliere” e da namumeyo, che nel dialetto della città di Akita significa “bruciore”, in riferimento al rossore cutaneo. Altri termini con lo stesso significato di Namahage sono Amamihagi, Sunekatakuri, Amamehagi e Namomehagi.

Suneka-takuri, Mame-hagi e Amami-hagi significano “levar via le chiazze rosse”, ma anche “persona che toglie via le chiazze rosse”.[

Akita 
Suneka-takuri, Mame-hagi e Amami-hagi 
Tokyotiger

Queste chiazze sono dovute al modo in cui i giapponesi si riscaldano in inverno. In Giappone si utilizza infatti il Kotatsu, un tavolino in legno avvolto da una coperta (o un futon) provvisto di una fonte di calore sottostante (come un braciere o uan stufetta elettrica) e un ripiano nella parte superiore che permette di usarlo come un normale tavolino. In questo modo il calore proveniente dalla parte sottostante del Kotasu non si disperde nella stanza. Per stare al caldo i giapponesi mettono le braccia o le gambe sotto il copriletto. La pelle chiazzata è la conseguenza di un prolungato riscaldamento concomitante con l’inattività.

Nel contesto della celebrazione, questi termini non indicano solo l’essere mitico che toglie via le chiazze rosse, ma implicano che quest’azione venga fatta per insegnare alle persone indolenti a non essere pigre e a non sedersi per troppo tempo vicino al kotatsu. Quindi NO alla procrastinazione.

Questo non è valso per me visto che, come ben sapete, ho postato questo articolo dopo quasi due anni.
Avrei dovuto andare ad Oga a capodanno forse? Chissà.

Tornate ad Akita io e Noa ci siamo dirette in questo ristornate galattico dove era possibile cuocere il pesce fresco direttamente sul proprio tavolo. Grandissima mangiata, bellissima gita e niente, Godzilla spacca!


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